PMA - Procreazione medicalmente assistita

Con il termine PMA ci si riferisce all’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto.

INFERTILITÀ

Dott.ssa Silvia Grossi

PMA
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Le coppie che hanno difficoltà a concepire o a portare a termine una gravidanza, dopo aver ricevuto una diagnosi di infertilità o sterilità, hanno la possibilità di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), o meglio definibili come tecniche di fecondazione medicalmente assistita.

Con il termine PMA ci si riferisce all’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati.

La PMA si avvale di diversi tipi di tecniche che comportano la manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni nell'ambito di un trattamento finalizzato a realizzare una gravidanza.

Queste metodiche sono rappresentate da diverse opzioni terapeutiche suddivise in tecniche di I, II e III livello, in base alla complessità e al grado di invasività tecnica che le caratterizza:

  • tecniche di I livello (IUI - inseminazione intrauterina), sono semplici, poco invasive e caratterizzate dal fatto che la fecondazione si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile.

  • tecniche di II (FIVET - Fecondazione in Vitro con EmbrioTransfer) e III livello (ICSI - Iniezione Intra Citoplasmatica dello spermatozoo) sono invece più complesse, invasive e prevedono che la fecondazione avvenga in vitro, su ciclo a fresco o da scongelamento.

In Italia l'utilizzo di queste tecniche è regolamentato dalla legge n.40 del 2004 (e successive modifiche) che consente tutti i trattamenti di fecondazione assistita, omologa ed eterologa, o meglio definibile con donazione di gameti (cioè la fecondazione in cui uno o entrambi i gameti provengono da un donatore esterno alla coppia), nonché la possibilità di crioconservare gli embrioni e di preservare la fertilità attraverso il social freezing. L’unico vincolo è che l’accesso ai trattamenti è riservato alle coppie eterosessuali e sono vietate le tecniche di gestazione per altri.

Dal 1 gennaio 2025, inoltre, i trattamenti di PMA sono entrati ufficialmente a far parte dei LEA, i livelli essenziali d’assistenza cioè gli standard minimi di salute che lo Stato garantisce ai cittadini secondo procedure ed elenchi stabiliti. Con l’ingresso della PMA nei LEA l’infertilità viene riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale come una patologia a tutti gli effetti, conferendo a tutte le coppie il diritto di accedere ai trattamenti e, dunque, uniformando il diritto di accesso alla genitorialità.

Seppur il progresso della medicina e della scienza garantiscono sempre maggiori livelli di innovazione, specificità ed efficienza delle tecnologie utilizzate, il percorso di PMA resta spesso lungo, complesso e molto faticoso per le coppie, sia dal punto di vista fisico che psicologico, non offrendo garanzie di riuscita.

Pma è l’acronimo di «per malandate e anziane». Ma lo è anche di «per mostruosamente agitate», «pazze madri aspiranti», «potenziali mamme ansiose», «povera materia alterata», «produttrici di mari di angoscia», «procreazione maledettamente attesa», e potrei andare avanti all’infinito.

Le Difettose - Eleonora Mazzoni