Nati grazie a un dono

I genitori che hanno scelto la fecondazione eterologa, mostrano spesso fatiche e paure associate all'idea di dover affrontare questo argomento con i figli.

INFERTILITÀ

Dott.ssa Silvia Grossi

Donazione di gameti
Donazione di gameti

A volte basta scegliere le parole migliori: parlare di donazione di gameti, invece che di fecondazione eterologa, permette di non sentirsi diversi, estranei, ma offre la possibilità di percepirsi nati grazie ad un dono, ad un atto di amore, solidarietà e fiducia nella vita.

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Un altro timore frequente riguarda la paura che il proprio figlio possa desiderare conoscere il donatore o avere informazioni su di lui.

La curiosità nei confronti del donatore/della donatrice è comprensibile e legittimata anche a livello internazionale dal diritto dei nati a conoscere le proprie origini (cfr Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e Convenzione europea dei diritti dell’uomo). Tale curiosità non presuppone necessariamente la volontà di ricercare nuove figure di attaccamento con cui costruire un qualche tipo di relazione; spesso nasce semplicemente dal desiderio di conoscere una parte della propria storia con sentimenti di stima e riconoscimento nei confronti di chi si è reso capace di un tale dono.

Questo desiderio può, però, essere percepito da mamma e papà come una minaccia al proprio ruolo genitoriale, soprattutto se non si è elaborato quello che viene definito “lutto biologico”. È importante, quindi, aiutare le famiglie a relazionarsi in modo sereno con questa curiosità lavorando sulla consapevolezza che la genitorialità non è qualcosa di biologicamente o geneticamente determinato, ma è una relazione che si costruisce nell’interazione, nella cura e nella condivisione reciproca.

Spesso, inoltre, i genitori stessi non hanno informazioni da dare sul donatore e questo può creare la percezione di lasciare un vuoto.

In realtà in questi casi sono più importanti le domande delle risposte: i figli hanno bisogno di uno spazio in cui poter esprimere le proprie curiosità, dubbi, richieste: cosa vorrebbero sapere? cosa vorrebbero chiedere? cosa vorrebbero dire a loro volta?

Poter dare voce a queste domande, anche se rimarranno senza risposta, permette ai figli di sentirsi ascoltati e legittimati e ai genitori di fare da contenitore emotivo e di accompagnarli nella costruzione della propria storia.

I genitori che hanno scelto la fecondazione eterologa, mostrano spesso fatiche e paure associate all'idea di dover affrontare questo argomento con i figli.

Questo perché il carico emotivo che tale racconto scatena nella coppia genitoriale è spesso molto complesso da gestire: può risultare difficile sia rivivere e dare parola al proprio dolore, sia affrontare una delle paure più comuni, ossia che il figlio, una volta scoperto il coinvolgimento di un’altra persona nella propria nascita, possa non riconoscere i genitori come tali.

È importante perciò che mamma e papà lavorino per elaborare le perdite del passato, che abbiamo dato un significato al proprio desiderio di genitorialità e che siano consapevoli dei motivi, emotivi e relazionali, che li hanno portati a scegliere questa strada.

Un aiuto in questo può arrivare da un percorso psicologico che supporti la coppia durante e dopo il percorso di PMA per legittimarsi come genitori anche in assenza di legame genetico.