Infertilità e sterilità di coppia
Cosa si intende per infertilità e sterilità di coppia? Quali sono le possibili cause e quante coppie colpisce?
INFERTILITÀ
Dott.ssa Silvia Grossi


L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’infertilità una patologia caratterizzata dall’incapacità di generare una gravidanza dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti.
Sterilità e infertilità sono, in realtà, concetti completamente diversi tra loro, che però vengono continuamente confusi nel linguaggio comune e considerati come sinonimi.
In realtà si tratta di due situazioni molto diverse:
la sterilità è l’incapacità a concepire naturalmente di cui può soffrire un individuo o una coppia;
l’infertilità è, invece, l’impossibilità per una coppia di portare a termine la gravidanza con la nascita di un bambino sano.
In medicina si identificano tre differenti tipi di sterilità/infertilità:
la sterilità/infertilità primaria, relativa alle coppie che non sono mai state in grado di concepire o che non sono mai riuscite a portare a termine una gravidanza;
la sterilità/infertilità secondaria, relativa alle coppie che dopo una prima gravidanza non riescono a concepire o a portare a termine una seconda gravidanza;
la sterilità/infertilità idiopatica o inspiegata (sine causa), per la quale non si riescono ad identificare ragioni fisiche e per la quale si pensa sia rilevante la componente psicologica.
La sterilità e l’infertilità può riguardare sia gli uomini che le donne o entrambi i partner. Dai dati riguardanti le coppie che si rivolgono ai centri per la riproduzione medicalmente assistita, che rappresentano una stima affidabile benché relativa solo ad una parte della popolazione, emerge quanto rappresentato nel grafico:
Un fenomeno in crescita
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’infertilità in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12% (60-80 milioni di coppie infertili). Questa patologia può riguardare l’uomo, la donna o entrambi (infertilità di coppia). Può anche però accadere che vi sia un’impossibilità per quella particolare unione tra individui di concepire la vita.
L’incidenza del fenomeno ha subito negli ultimi 20 anni un forte incremento, è quasi raddoppiata, e stime attuali rilevano come i valori siano, purtroppo, destinati ad aumentare.
Le cause dell’infertilità sono, infatti, numerose e di diversa natura, diventa perciò difficile valutare l’impatto dei diversi fattori di rischio:
fattore età: la possibilità di concepire diminuisce progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare per quanto riguarda la donna. Il periodo più fertile per una donna è infatti tra i 20 e i 25 anni, resta sufficientemente alto fino ai 35, subisce un considerevole calo dai 35 ai 40, ed è molto basso oltre i 40. Questo perché con l’età invecchiano anche i gameti femminili, essendo gli ovociti già tutti presenti dalla nascita. L’età dell’uomo è meno significativa dal momento che la spermatogenesi comincia nella pubertà e dura per tutta la vita dell'individuo, tuttavia, uomini in età avanzata hanno un eiaculato peggiore sia in termini qualitativi che quantitativi.
fattori sociali: la nuova posizione della figura femminile nella società (vita lavorativa, economica, culturale e di costume) ha comportato un generale orientamento di programmazioni riproduttive in epoca più tardiva rispetto alle passate generazioni.
fattori legati allo stile di vita, come l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, l’obesità e le abitudini alimentari, oltre alle abitudini sessuali con il loro potenziale di trasmissione di malattie infettive (MST);
fattori ambientali, quali l’inquinamento e agenti chimici/biologici tossici;
fattori medici/patologici: tra le donne sono infatti aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie. Tra gli uomini sono aumentate, invece, le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche.
fattori psico-emozionali: se non è possibile definire esattamente quale sia l’impatto dell’aspetto psicologico sulla fertilità, è ormai chiara l’influenza che gli elementi psicologici hanno su quelli fisici. Diversi studi scientifici dimostrano, infatti, che la presenza di un disagio psicologico può condizionare la possibilità di avere un bambino, influenzando negativamente anche l’esito dei trattamenti a cui si sottopone la coppia per realizzare il desiderio di genitorialità.

